Voglia di lavorare e rispetto del lavoro
5 Settembre 2017
Molto, troppo spesso, alcuni operatori del settore pubblicano annunci, anche sui Social, nei quali si richiede personale “giovane, motivato, con voglia di lavorare, disponibile a lunghi turni”. Al di là degli aspetti normativi, che devono assolutamente essere sempre rispettati, un quesito sorge spontaneo, a chi legge l’annuncio: esistono davvero lavoratori che… non hanno voglia di lavorare? Cioè, esistono persone che pensano di poter vivacchiare prestando la propria opera in un bar o in un ristorante? Anche i sassi sanno che, zona turistica o meno, periodo estivo o meno, centro commerciale o baretto di paese, si sta parlando di una professione che richiede dedizione totale. Se le cose stanno così, perché precisarlo nell’annuncio? Perché, per esempio, non fornire altre informazioni, del tipo:
- Si lavora tanto ma c’è un bell’ambiente
- Le condizioni di lavoro sono rispettose delle persone
- Gli straordinari vengono pagati in busta
- Si premiano i più bravi
Perché, in sostanza, spesso gli imprenditori domandano-pretendono ma non mostrano le carte “positive”, ossia i motivi per cui una persona dovrebbe scegliere quel particolare posto di lavoro?
Il fatto che il mercato si sia incattivito, che ci siano tantissime persone in cerca di occupazione, non deve peggiorare le relazioni tra domanda e offerta.
È ovvio che l’imprenditore non deve perdere tempo, non può inserire il personale sbagliato: è altrettanto ovvio, però, che esistono sistemi di valutazione puntuali che consentono di verificare, prima dell’assunzione, se una certa persona è qualificata e motivata e adatta a un certo ruolo.
C’è infine l’aspetto della forma: chi posta un annuncio “spiccio”, con modi sgarbati, riceverà in cambio considerazioni ironiche, richieste di chiarimento piccate e si costruirà la fama di una persona poca attenta ai rapporti umane. Vale davvero la pena rovinare la reputazione del proprio locale in questo modo?