Street Food, parliamone
24 Luglio 2019
Giuseppe Arditi – Nei miei tantissimi viaggi, sia in Italia che all’estero, nei miei lunghi percorsi di formazione che mi portano a scoprire realtà di ogni genere, uno strumento su tutti mi lascia sempre senza parole per la quantità di gente che riesce a chiamare a raccolta: lo street food.
In piena estate questi eventi riescono a rianimare anche il piccolo paese che magari è solamente lambito dal flusso turistico. E diventano motivo di attrazione anche per i quartieri cittadini che soffrono il trasferimento dei cittadini in mare o montagna.
Vivere un evento di street food con tantissimi truck posizionati a cerchio, con musica e divertimento è davvero incredibile.
Quali i motivi di questo successo?
Tantissimi.
Varietà nell’offerta: in un solo luogo si può scegliere se mangiare pasta alla romana, cibo greco, burger di carne piemontese, moussaka, pastrami, cartoccini di fritto. Tutto, insomma, a prezzi calmierati.
Il prezzo: abbastanza democratico, accessibile anche alle famiglie con figli alla ricerca di una serata fuori non troppo costosa.
La varietà e il colore: quelli che che in America sono truck, da noi sono in realtà Apecar, vecchie 500, camioncini e così via. Tutto formato “mini”, con una o due persone al massimo alla gestione, cucina e servizio.
Per troppo tempo lo street food e i classici bar sono stati nemici.
Ora è arrivato il momento di fare un passo avanti.
Anche i bar possono trasformarsi in street food, o meglio modificare la propria offerta in alcuni giorni della settimana, proprio per intercettare – con i plus di cui sopra – una nuova fetta di pubblico.
Questo tema mi affascina, un solo articolo non è sufficiente a sviscerarlo pienamente. Proprio per questo vi invito a continuare a seguirmi e a seguire il magazine: sono in arrivo grosse novità “street”!