Pane, non solo del fornaio
20 Ottobre 2016
Il pane consumato dagli italiani abitualmente non proviene più solamente dal fornaio sotto casa. La produzione industriale si è fatta via via di più elevata qualità E oggi, secondo una ricerca Fedima, la Federazione europea dei produttori di ingredienti e semilavorati del pane e della pasticceria, in Europa il 75% del pane prodotto è di origine industriale, la restante parte di origine artigianale.
Gli italiani consumano 57 chili di prodotti da forno all’anno (la Romania ne consuma 98, la Germania 92) ma, come avevamo già avuto modo di precisare, non si tratta più del classico panino che accompagna il sughetto del secondo. Il consumatore richiede diverse tipologie di pane e, soprattutto, si sta spostando verso un consumo “on the go”, ossia ama sgranocchiare un prodotto panificato anche a metà mattina e lontano dai pasti principali della giornata. Ciò che interessa è la qualità, unita a un’ampiezza elevata dell’offerta e alla facilità di fruizione (il pane dorato direttamente presso il punto vendita della grande distribuzione un tempo non sarebbe stato nemmeno considerato, oggi è un acquisto abituale). Il tutto senza dimenticare le nuove nicchie di consumatori che si stanno facendo strada con forza: si pensi per esempio a tutti coloro che devo scegliere per forza (o per scelta) prodotti senza glutine. Queste sono le premesse: diventa evidente che anche gli operatori dal settore Horeca devono essere in grado di trasformare il pane da prodotto complementare a prodotto originale, che ha una sua vita propria.
Per aiutare in questo momento di transizione, l’Academy di Ristopiù Lombardia ha organizzato, per il 24 ottobre prossimo, presso la propria sede di Varedo (MB), il corso “Il pane per ogni momento della giornata” (nelle opzioni dalle 9,30 alle 11,30 o dalle 15 alle 17). Per iscrizioni e maggiori informazioni, tel. 0362.5839200, http://www.ristopiulombardia.it