On line? Si cerca il food
20 Settembre 2016
A cosa pensano, gli italiani, durante le prime ore del giorno? Al food, nelle sue varie declinazioni. Yelp, il sito che aiuta le persone a trovare le migliori attività locali, ha analizzato il comportamento dei suoi utenti tra le ore 7 e le 14, in Italia e in altri cinque Paesi europei (Regno Unito, Irlanda, Germania, Spagna e Francia). Ebbene, pare che gli italiani, in quella fascia oraria, siano interessati a come si nutriranno nella giornata, essendo le ricerche concentrate su ristoranti, consegne a domicilio, supermercati. L’interesse è sia per i cibi della tradizione italiana, che per quelli etnici, giapponese in primis. Gli italiani, inoltre, amano cambiare, dunque cercano sempre stimoli nuovi, ossia locali da visitare diversi e curiosi.
Questi dati sono molto interessanti e “sfruttabili” dal canale Horeca. Nel dettaglio: 1. Le persone si informano utilizzando il web, non solo attraverso i motori di ricerca, ma anche attraverso gli aggregatori di informazioni e servizi (di cui si fidano); 2. Gli italiani non vogliono arrivare impreparati all’appuntamento con il food, dunque studiano, si organizzano, indagano. E poi acquistano o prenotano, anche direttamente on line; 3. Se il desiderio delle consegne a domicilio è così pressante, i ristoratori devono iniziare a ragionare sulla fattibilità di questo servizio (senza pensare che sia solo di competenza delle pizzerie d’asporto); 4. Il cibo etnico risponde alla richiesta di novità del pubblico, da un punto di vista anche nutrizionale. Se il vostro menù è troppo statico, e avete il desiderio di rinnovarlo, un angolo “internazionale” può essere la giusta risposta.
Un’ultima considerazione: non va mai dimenticato che l’utente-consumatore-cliente è in movimento, sia geografico, che mentale. Grazie alla tecnologia può attingere a svariati contenuti, costruirsi opinioni ancor prima di giungere in un certo locale. Può acquistare a scatola chiusa solo perché altri utenti gli hanno confermato la bontà di un certo sito web. Vita reale e vita digitale, nel 2016, sono compenetrate: pensare di riuscire a mantenersi “immuni” dall’uso di Internet per fini commerciali, di promozione e marketing, potrebbe risultare davvero controproducente.