L’Amatriciana che diventa simbolo
1 Settembre 2016
Giuseppe Arditi
L’Amatriciana cambia pelle e si trasforma da piatto a simbolo, diventando AmaTriciana, ossia un’iniziativa che coinvolge ristoratori e clienti per raccogliere fondi per alleviare il difficilissimo periodo che stanno vivendo le persone colpite dal terremoto del 24 agosto.
Noi lavoriamo ogni giorno con cibo e bevande; conosciamo la tenacia degli artigiani e dei commercianti; sappiamo che ogni investimento è dettato da fatica e impegno. Se immaginiamo la devastazione del terremoto – umana, di cose, case, servizi – il cuore si stringe e la mente impazzisce. Perché è assurdo ritrovarsi senza niente, circondati da lutto e dolore.
Eppure questo è il Paese della ricostruzione. Più veniamo sommersi dalle macerie, più riusciamo a uscirne. Tristi ma determinati, piegati ma non sconfitti.
L’Amatriciana non diventerà, nei prossimi mesi, solo il piatto simbolo dell’Italia, anche agli occhi del mondo. Sarà il nostro modo di dire due cose fondamentali: siamo tutti uniti da un unico destino, dunque ciò che capita al nostro connazionale capita anche a noi.
Le coscienze degli italiani sono sempre deste: tutti sanno che il primo modo per risollevarsi è quello di rimboccarsi le maniche. Anche noi che operiamo nel settore della ristorazione possiamo trovare iniziative alle quali aderire; sensibilizzare la nostra clientela. Mantenere desto l’interesse sulle popolazioni terremotate quando sarà finito il periodo dell’emergenza. Dare del proprio, se si vuole, anche in silenzio, senza clamore (il bene fatto, infatti, non sempre deve essere raccontato).
L’Amatriciana, anche in versione “vegana”, per accontentare proprio tutti i target, sia il “remind”: a governanti, costruttori, operatori vari il compito di ridare un tetto a intere comunità. A noi, professionisti della ristorazione e dell’accoglienza, il compito di rimanere sensibili, dunque solidali, attenti e partecipi del destino dei nostri “vicini” di Paese.
Tutti ci stimano per creatività, spirito imprenditoriale, costante capacità di innovazione: mostriamo al mondo che sappiamo anche essere seri e puntuali nella condivisione, perché nessuno resti indietro. E buona AmaTriciana col cuore, non solo col guanciale.
(foto fonte: Corriere.it)