I camerieri sono bravi se il leader è capace
8 Febbraio 2017
Donatella Rampado – Ogni barista avveduto ha come obiettivo raggiungere una certa fama nella zona in cui opera. Il responsabile del locale, attraverso la sua leadership, ha il difficile ruolo di comprendere, organizzare, stimolare, sostenere e sviluppare questo obiettivo. I collaboratori raramente si automotivano da soli. Per lavorare “CON” e non “PER”, il buon manager deve:
- Saper trasformare i dipendenti in collaboratori.
- Essere un esempio trainante.
- Avere degli obiettivi chiari.
- Saper innovare e adottare scelte creative.
- Aver ben chiaro lo stato di salute del locale, confrontando gli indicatori finanziari con quelli intangibili dei propri clienti.
- Saper coinvolgere e organizzare per il cambiamento.
Le azioni di cambiamento incontrano generalmente molte resistenze da parte dei collaboratori. I lavoratori resistono al cambiamento perché temono di perdere qualcosa, perché non hanno capito le ragioni che spingono al cambiamento, perché non hanno fiducia nel loro leader, o infine perché non credono di essere all’altezza del ruolo. “Prima di seguirli, verifica che vivano seguendo le loro parole” (Confucio). Il leader gioca un ruolo fondamentale nella fase di cambiamento e nella fase di motivazione dei collaboratori. I lavoratori, per seguire un progetto e collaborarvi attivamente, devono credere nel proprio leader. Il compito di un leader è quello di saper selezionare i migliori collaboratori, inserirli nel ruolo e formarli a quel ruolo. Inoltre, deve traghettare verso l’eccellenza l’impresa, grazie alle competenze dei propri collaboratori.
Le attività di ogni collaboratore – cuoco, aiuto cuoco, cameriere, cassiere, addetto alle pulizie, capo sala – contribuiscono all’immagine del ristorante e ne trasmettono l’affidabilità.
L’immagine aziendale deve essere chiara ai clienti, ma prima di tutto deve essere chiara al personale. Di seguito una serie di quesiti con risposta, utili per rafforzare lo stile di un leader, con suggerimenti e idee per attivare una corretta attitudine alla formazione, fidelizzazione e motivazione ai propri collaboratori. “Un grande uomo mostra la sua grandezza dal modo in cui tratta gli altri” (Carlyle).
Perché lavorano per voi? Non “tirare a indovinare” può essere utile per fidelizzare il collaboratore. Non è sempre una questione di denaro. I fattori motivanti sono spesso molteplici.
Li state aiutando a crescere? Se i collaboratori sentono l’interesse da parte dell’azienda alla loro crescita professionale si sentiranno parte di una squadra.
Li affiancate? Il collaboratore lasciato a se stesso matura con il tempo atteggiamenti o procedure che possono non essere in linea con l’immagine del locale. I collaboratori periodicamente vanno affiancati nelle loro mansioni e corretti. Questa azione aiuterà anche a migliorare il clima aziendale.
Rispettate i collaboratori? Il leader può essere determinato, esigente, rigoroso, distaccato, amichevole, ma deve tenere ben in mente che l’educazione e il rispetto devono sempre esserci. Non vanno scaricati i malumori e le proprie mancanze. I collaboratori vanno sempre salutati e rispettati.
Conoscete le famiglie? Il leader deve conoscere le famiglie dei suoi collaboratori, mandare dei biglietti d’auguri per le occasioni importanti e invitarle a pranzo a cena per un evento.
Informate i collaboratori? Il monopolio delle informazioni rallenta l’attività perché viene dato ampio spazio al pettegolezzo.
Assumete le persone giuste? La persona giusta è quella che ha competenze comunicative, desiderio di imparare e i cui interessi collimano con quelli richiesti dal ristoratore.
Lavorate con allegria? Il clima e l’umore generale fidelizzano i lavoratori ancora di più dello stipendio.
Il collaboratore lascia il locale quando il leader è impossibile da sopportare, quando è difficile valorizzare le proprie idee, quando il clima e l’umore generale sono scivolati nel pettegolezzo, nell’antagonismo e nel non rispetto delle persone. Certo, c’è anche un abbandono per mancanza di soddisfazione economica o perché viene maturata una decisione di cambiare settore, oppure viene sviluppato un desiderio di mettersi in proprio; ma la maggior parte delle partenze sono frutto di una cattiva gestione dei collaboratori.
“Molti incarichi che sembrano non importanti sono un onore per gli uomini liberi che li svolgono; poiché le azioni non sono in sé onorevoli o disonorevoli, ma lo sono il fine e le intenzioni in esse” (Aristotele).
Molti collaboratori scelgono di non essere dei leader per una precisa scelta esistenziale: comprendere questo passaggio motivazionale è importante sia per i capi che per i collaboratori, in modo da creare un buon equilibrio all’interno della gestione e del clima aziendale. Il leader che crede di essere seguito grazie al suo carisma, farà di tutto per rafforzare e potenziare alcuni tratti del suo carattere che ritiene carismatici; i collaboratori, invece, potrebbero essere attratti dalla posizione del locale, dall’immagine del locale o altro ancora. Spesso le persone diffidano del carisma perché tende ad essere accentratore e preferiscono i capi “COMPAGNI DI VIAGGIO”, con i quali raggiungere insieme determinati obiettivi.
Come fidelizzate i vostri collaboratori?
Un collaboratore lascia più facilmente un bar o ristorante quando non si sente accolto nel gruppo, quando con i colleghi non si instaura un clima di amicizia e supporto. Anche la difficoltà di esprimere le proprie idee e di poterle realizzare diventa un ostacolo al proseguimento del lavoro. Il compito del leader, nel creare un ambiente accogliente e stimolante, è fondamentale. Anche la lode inaspettata per un lavoro ben fatto è strategica nel fidelizzare.
Sapete mettere in discussioni le regole?
L’innovazione del locale si ottiene uscendo dagli schemi. Facendo quello che si è sempre fatto si otterrà quello che si è sempre ottenuto. I collaboratori devono essere incoraggiati a fare proposte e le proposte vanno ascoltate. Attivare delle riunioni periodiche è un ottimo strumento per scambiare idee e trovare nuove soluzioni.
www.donatellarampado.com