Hai visto mai il barista-portinaio?
9 Ottobre 2017
Giuseppe Arditi – Quanti oggetti inutili hai attorno a te? Un sacco. Quante idee ti frullano per la testa, idee di business, idee per dare un senso alla vita e magari diventare anche ricco? Migliaia. Quante funzionano? E chi lo sa? Se non si mettono in pratica è impossibile stabilirlo.
Ok faccio un passo indietro.
Qual è la differenza tra un’idea vincente e una cretina? Che la prima funziona, serve, è di utilità per qualcuno-qualcosa. La seconda non ha fondamento.
Proprio perché tutti abbiamo tutto e siamo circondati da informazioni e servizi ridondanti, occorre essere molto attenti e puntare su progetti che siano
- Realizzabili
- Veloci
- Che abbiano un’utilità in un momento definito per un target definito
Questa è la base del marketing che funziona, quello operativo, che punta a soddisfare i bisogni delle persone senza prenderle per il naso.
Questo atteggiamento mi piace e ti suggerisco di adottarlo il più rapidamente possibile. Siccome, però, stiamo parlando di concretezze e non di voli pindarici, perché non guardare a quello che fanno gli altri e provare a imparare dai casi di successo?
Te ne propongo uno a caso, davvero simpatico: a Milano, zona Navigli, tre bariste hanno aperto un bar che funge anche da portineria di quartiere.
Perché funziona?
- È un luogo fisico punto di appoggio per persone che in zona abitano e lavorano
- È uno spazio di condivisione messo a disposizione di artisti e fotografi
- È un bar vero e proprio che ha scelto di aprirsi alla comunità
- È uno servizio, collocato nel giusto luogo, per il giusto target
Ovvio: non dobbiamo trasferirci tutti sui Navigli.
Ma perché non iniziare a pensare al proprio bar come a un luogo “altro”, nel quale può accadere qualsiasi cosa, magica, fantastica, artistica, avveniristica, sociale? Lo spazio c’è… basta solo prendere un’idea vera e furba e trasformarla in realtà.