E se parlassimo di Street Food?
26 Agosto 2019
Giuseppe Arditi – A parlar di Street Food si fa prestissimo. Basta mettere insieme un mezzo di locomozione più o meno grande; un cibo semplice da preparare. Una minima scorta di bevande, un cartellone con i prezzi e il gioco è fatto.
Solo apparentemente.
Come sanno gli imprenditori che hanno iniziato a mettere il naso in questa opportunità, vi sono una serie di elementi da considerare:
-l’offerta deve essere molto chiara agli occhi del cliente, tipica, originale, particolare
-il mezzo deve essere confortevole sia per chi lo usa per cucinare, sia per chi lo utilizza per acquistare
-la posizione del mezzo non deve essere casuale e rispettare non solo le regole del commercio, ma avere un senso in relazione agli eventi legati allo Street Food.
Messa in questo modo, la faciloneria è già scomparsa, per lasciare il posto alla strategia.
Vorrei però andare oltre, citando letteralmente queste righe: “Il mondo del cibo da strada è affascinante, pieno di opportunità e luoghi da esplorare, ma devi avere l’attrezzatura giusta! Non dimenticare che si tratta pur sempre di lavoro e dunque implica impegno e dedizione. Inoltre, la vita “on the road”, per quanto attraente, può risultare faticosa e anche cucinare su un furgone o un camion non è semplice. Questa premessa non serve a scoraggiarti, bensì a mettere in chiaro che buttarsi nel business dello Street Food richiede passione, ma anche competenza e i giusti strumenti”.
Al momento non posso dirti di più, se non che… Ristopiù Lombardia, dopo aver osservato attentamente il fenomeno, e aver strutturato la propria offerta per fornire un servizio anche a chi ha scelto la strada dello Street Food, è pronta a salire in cattedra.
Come e quando?
In merito al come e tutto ancora top secret. In merito a quando… di sicuro a brevissimo.
Io ci sarò e come sempre sarò il capofila di questo bellissimo progetto.
Aspetto anche voi e il vostro entusiasmo. Nel frattempo buona prosecuzione d’estate.