Cibo: italiani, che vi succede?
1 Dicembre 2016
Giuseppe Arditi – Nonostante la crisi si stia allontanando, il nostro Paese fatica. E questa fatica, reiterata dal 2008, ha purtroppo provocato “sacche di difficoltà” che si sono riverberate sul cibo. Al punto che viene da dire: “Italiani, che vi succede?”. Ancora oggi, la poca disponibilità economica si riflette nei ceti più poveri, che scelgono di abbandonare molti degli ingredienti della dieta mediterranea. Per questo motivo le indagini rilevano che – dati Censis – sono diminuiti, nel nostro Paese, i consumatori che acquistano carne, pesce, frutta e verdura. Il portafoglio sta purtroppo spostando l’attenzione del consumatore verso cibi “artefatti e iper-elaborati a basso contenuto nutrizionale”.
Secondo le statistiche, a potersi nutrire in modo eccellente sono solo i ceti più abbienti. Gli altri arrancano, e questo scostamento dalla dieta mediterranea inizia a generare problemi di salute.
Ci sono alcune considerazioni, importanti anche per il settore Horeca, che dobbiamo a questo punto mettere sul tavolo della discussione. Primo: se gli italiani stanno disimparando a mangiare, è necessario “riportarli a scuola”, per non far perdere quella tradizione centenaria enogastronomica che ci ha mantenuto in salute sino ad ora. Secondo: non possiamo eliminare del tutto alimenti dalla nostra dieta, dunque, come operatori, dobbiamo trovare il modo di riavvicinare i consumatori alla carne e al pesce. Terzo: se vogliamo catturare quella fascia di consumatori che non ha molta disponibilità economica dobbiamo ragionare in modo “disruptive”, per esempio trovando menù semplici, ma dal giusto apporto nutrizionale.
Ogni volta che una ricerca sul consumo alimentare balza alla cronaca, si cerca di ragionare in ottica prospettica, per capire ciò che succederà in futuro. E se in futuro una fetta di italiani perderà il piacere del mangiare, anche noi ci ritroveremo clienti indifferenti e apatici. Per questo dobbiamo lavorare sulla sensibilità, sul ripristino dell’emozione sensoriale che scaturisce di fronte a un buon piatto. Rispettando le difficoltà economiche altrui, per quanto possibile.