Che ne pensi di investire “green”?
23 Novembre 2020
Francesco Megna – ll vaccino anti Covid efficace al 90% sviluppato dalla Pfizer, il comunicato del gruppo farmaceutico Moderna che afferma che il proprio vaccino contro il Covid ha mostrato un’efficacia nell’ordine del 94,5% e il consolidamento della vittoria di Biden alle elezioni statunitensi hanno agevolato la propensione al rischio anche tra gli investitori brianzoli. E così negli ultimi 10 giorni i fondi azionari hanno fatto registrare sottoscrizioni da record. Liquidità che, a livello globale, ha contribuito al rally dei mercati azionari innescando un maxi rimbalzo dei titoli più colpiti dall’inizio della pandemia. La corsa all’investimento azionario ha propiziato un’ondata di vendite sui beni rifugio: oro, titoli di Stato, liquidità parcheggiata sui conti correnti dei risparmiatori. Segno meno così in questi giorni per i fondi monetari e per i bond governativi dai quali sono defluiti ingenti capitali. Crollano gli ETF sull’oro. Il consolidamento del quadro politico statunitense ma soprattutto la speranza sulla fine della pandemia hanno favorito una rotazione di portafoglio. Gli investitori hanno cioè provveduto a scaricare parzialmente posizioni create in questi mesi sulle classi di investimento favorite dalla pandemia, come la tecnologia o come i sopra menzionati beni rifugio. Guardando invece ai settori meglio posizionati dall’annuncio della cura definitiva al Covid-19 troviamo i trasporti, la finanza diversificata, il turismo le compagnie aeree e l’industria mineraria, seguiti da settori finanziari e da tutti gli altri settori che hanno sofferto il distanziamento sociale e la recessione. Tra i nostri risparmiatori ci si chiede a questo punto sino a quando la scommessa sul ritorno alla normalità continuerà a contribuire alla rotazione di portafoglio che si è vista nelle ultime settimane. A parere di molti però parrebbe che la direzione in cui ci si sta muovendo sia quella giusta. E il trend potrebbe rafforzarsi se dagli altri vaccini in fase di sperimentazione avanzata dovessero arrivare segnali incoraggianti, anche se parrebbe prematuro pensare a una imminente ripresa a pieno regime di tutte le attività economiche. La rotazione di questi giorni ha quindi limato parte degli eccessi creatisi quest’anno e lo spazio per un ulteriore recupero del value è ancora molto ampio.
Alcuni dei processi di cambiamento che hanno visto un’accelerazione durante la pandemia sono però irreversibili e, al netto della recente correzione, il trend di settori inerenti ai social network o vendite online, giusto per citare i più noti, è destinato a continuare anche nei mesi a venire. Ma nei portafogli dei risparmiatori brianzoli spicca, sempre più vivida, una sfumatura verde. E’ il riflesso del boom degli investimenti sostenibili i cui proventi sono destinati a finanziare le tematiche ambientali, sociali e di governance (Esg). Oramai anche le aziende quotate hanno fatte proprio le tematiche Esg, discusse all’ordine del giorno dei loro cda. E i nostri risparmiatori detengono portafogli già predisposti in modalità Esg più di prima. E adesso affronteranno questa nuova emergenza ben sapendo che il comportamento degli investimenti sostenibili in fasi critiche si conferma buono. Come già successo nel 2015 e nel 2018. Non a caso l’offerta di prodotti a tema cresce e offre sempre più opzioni. Tant’è che molti operatori di asset management hanno scelto di introdurre il test Esg su tutti i portafogli in modo da testare il lavoro svolto utilizzando questa nuova metrica. Che cosa c’entra la finanza etica con la pandemia? Niente. Almeno non con il virus in sé, ma c’entra senz’altro con la ripresa dalla crisi economica che ha scatenato. Da un lato, perché gli investimenti sostenibili e responsabili in questa fase si stanno dimostrando più capaci di resistere alla crisi e, dall’altro, perché è grazie alla finanza etica che si potrà indirizzare la ripresa verso scelte sostenibili ed eque. Scelte in gradi di costruire un nuovo modello economico più resiliente a possibili crisi future. Nei momenti più difficili i fondi “green” hanno subito qualche contraccolpo, ma stanno resistendo molto meglio alla situazione. E soprattutto si stanno dimostrando più stabili, fattore che per gli investitori vale molto. Cresce tra i nostri risparmiatori anche l’interesse per i green bond, emissioni obbligazionarie i cui proventi sono destinati a finanziare progetti a impatto positivo sull’ambiente. A spingere le nuove emissioni green è una combinazione di fattori: oltre al già citato crescente interesse degli investitori per i temi della sostenibilità c’è il nuovo poderoso impulso della politica economica. Le emissioni italiane hanno un profilo di rischio e rendimento attraente, mentre a livello globale non mancano titoli con taglio minimo adatto ai piccolo risparmiatori . Nel frattempo anche il Tesoro sta lavorando al primo Btp green che potrebbe essere in rampa di lancio tra qualche mese. Ci si aspetta un forte interesse da parte degli investitori per il Btp green, soprattutto se sarà accessibile anche agli investitori al dettaglio. Al momento nel mondo dei green bond le emissioni societarie rappresentano quasi la metà del mercato e non mancano titoli con taglio minimo adatto ai piccolo risparmiatori. I titoli green registrano performance più attraenti perchè c’è una forte domanda a fronte di un’offerta che in questa fase rimane relativamente limitata. E poi le società che rispettano i criteri di sostenibilità tendono a essere più virtuose e trasparenti.
*Responsabile Commerciale settore banking