Bio, facciamo due conti. Anche tre
4 Ottobre 2019
Elena Giordano – I casi sono due: o continuano, gli imprenditori dei bar e dei locali, a vendere i loro prodotti top, quelli che non hanno bisogno di essere reclamizzati in alcun modo. Oppure cambiano prospettiva, si aprono al mercato e cercano di inserire i nuovi trend.
Questa seconda strada è quella giusta da percorrere. E parla, praticamente in modo univoco, di biologico e sostenibilità.
Siccome non si scelgono nuove traiettorie a caso, ma basandosi su dati certi, ecco qualche numero su cui riflettere.
-In Italia il settore bio della produzione coinvolge 18 mila aziende
-Il segmento è pari al 4% del totale alimentare italiano
-+11% gli acquisti in grande distribuzione
-14 mila le referenze disponibili a scaffale
Inoltre, se un tempo l’idea del biologico era associata a prodotti astrusi o curiosi, oggi si parla invece di prodotti commodity, dal latte, alla carne, ai biscotti… però targati bio.
La domanda passa agli imprenditori dei bar: fatto 100 il numero delle referenze che proponete ogni giorno, tra colazione, pranzo e aperitivo, quante:
sono bio?
Sono a km zero?
Sono adatte a un consumo vegano o vegetariano?
Sono sostenibili a livello di imballo?
Meno sono… meno siete lontani dal trend imperante.
Più sono, più il vostro legame con il consumatore si rafforzerà.
In questi mesi anche Ristopiù Lombardia sta ragionando in modo approfondito sul tema della sostenibilità (di prodotto, servizio, ma anche sociale e industriale). Accettiamo con decisione questa sfida, perché sappiamo che questo tema sarà centrale nei prossimi 10 anni. E andrà oltre gli scioperi del venerdì o le strategie di marketing. È in atto una rivoluzione salva-pianeta e salva-salute, dobbiamo diventarne tutti protagonisti.