Abbasso i killer creativi
17 Gennaio 2018
Donatella Rampado – Da sempre sentiamo parlare di creatività, a volte in modo scorretto, spesso per luoghi comuni.
Oggi nel mondo della comunicazione – e in quello della pubblicità in particolare – sono pochi i veri creativi, pullulano al contrario i “follower”, quelli che seguono le mode, i trend… in poche parole quelli che copiano i veri creativi.
Creatività, però, non significa solamente ricerca di un messaggio a sfondo sessuale o imitare pubblicità di successo; significa costante ricerca di nuove soluzioni in tutte le fasi del progetto di comunicazione. L’unica chance di essere visti ed ascoltati, l’unica chance per non essere dimenticati e l’unica chance per proporre qualcosa che sia veramente speciale in modo creativo.
Non si è creativi quando:
- si usano i soliti testimonial famosi e abusati
- si copiano altre campagne di comunicazione
- quando la novità è solo lo slogan
- quando le immagini sono pescate e copiate dai vari motori di ricerca e sono già state viste migliaia di volte
Quante volte, dopo aver avuto una grande idea, aver sognato la realizzazione di un progetto… l’avete visto morire in un istante, ucciso da un collaboratore, amico, partner o responsabile? Quante volte lo abbiamo fatto noi verso altre persone? Amici, partner, figli, e colleghi?
I killer creativi, secondo Vecchiato, sono:
– l’abitudine, che ci vede legati alle abitudini, agli schemi solidificati all’“abbiamo sempre fatto così”
– la paura di sbagliare, paura di perdere qualcosa e quindi di regredire
– la paura di esporsi, di fare brutta figura, di non essere all’altezza, di esporci troppo pubblicamente
– l’aggrapparsi agli idoli, a quanto è stato fatto in passato da persone di successo, agli stereotipi, paura di affrontare la vita e le sfide
– la scarsa autostima: chi si stima sa che il cambiamento è un fattore normale e che ci sarà sempre
Creatività secondo Del Bono significa dimenticare i modelli prestabiliti “per guardare le cose in un’altra prospettiva”.
Produrre e vendere un’idea, invece di un prodotto o servizio, richiede un approccio comunicativo diverso da quello tradizionale. Le idee hanno un valore potenziale che deve essere messo in pratica interagendo col cliente. Se la relazione è corretta, sarà più facile da parte dell’azienda l’ascolto e la percezione di come si è letti, compresi o capiti. La gestione di questa relazione permette alla strategia di fare la differenza. Non è soltanto un fatto tecnico: per far crescere una relazione e per comunicare in modo creativo, serve avere immaginazione e passione a sufficienza da motivare se stessi e convincere gli altri.
Le regole per partire sono:
- reagite prontamente con umorismo
- davanti agli errori non giustificatevi e non accusate altri. Prendete spunto per migliorare e utilizzate l’errore per comunicare in modo costruttivo.
- non abbiate paura di mettervi in mostra
- se un’iniziativa vi piace, ma non è del vostro settore, valutate l’impatto che potrebbe avere sui vostri clienti, potrebbero apprezzarne il valore e quindi riconoscervelo
- curate i particolari: a volte i dettagli possono far diventare il marchio un’icona
Creatività significa rimescolamento e reinterpretazione dei vecchi ferri del mestiere, ma anche innovazione. La difficoltà sta nel rendere sistematico qualcosa che è puramente ideale. La difficoltà sta nell’ingerenza prepotente dei killer creativi, quelli che temono i cambiamenti, quelli che la parola “dopo” è meglio della parola “ora” la vera difficoltà sta nel superare le obiezioni, nel coinvolgere il team e nella sicurezza di sè. Infondo l’uomo di natura è curioso e quindi creativo.
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