Chi paga di più per un caffè?
8 Giugno 2020
Elena Giordano – Un euro e dieci, uno e venti, uno e trenta… il caffè ha subito, in alcune città, importanti rialzi di prezzo al consumo finale.
Questa decisione di molti imprenditori ha fatto scalpore: a molti, infatti, è apparsa ingiustificata, non motivata… e fuori tempo, dato che nata proprio subito dopo il lockdown, con una popolazione italiana ancora frastornata e a rischio altissimo di perdita di lavoro.
Abbiamo ragionato molto su questa scelta e cercato di capirla nel profondo.
Ecco alcune considerazioni di buon senso che lascio per la vostra riflessione personale.
Ogni scelta va motivata: la motivazione deve stare in piedi. L’imprenditore che dice: “Ho perso tanto fatturato”, o peggio “Sto sostenendo dei costi per la sanificazione” non sta sostenendo comportamenti sensati. Certo, sono affermazioni vere, ma che non interessano alle tante persone che magari hanno perso il lavoro e che hanno una capacità di spesa inferiore a tre mesi fa.
Il valore regge se c’è la qualità. Aumentare il prezzo del caffè precisando che si è deciso di cambiare fornitore, che adesso la miscela è speciale, più corposa e così via… rende già diverso il contesto. Il cliente paga di più, magari con uno sforzo, ma è felice di provare qualcosa di nuovo e un caffè migliore.
Mai, mai associare gli aumenti a questo periodo. Mai abbinare pulizia e costi, difficoltà e costi… perché il Paese non si salva se le persone scaricano sugli altri le loro difficoltà. Siamo tutti insieme, ne dobbiamo uscire aiutandoci, non affossandoci l’un l’altro.
Ps ok la caramella, ok il bicchiere d’acqua o il piccolo cioccolatino: tutto fa, nell’aumentare la customer experience legata alla tazzina di caffè. Ma per un caffè buono… occorre una buona materia prima abbinata a una buona tecnica… consulta l’agenda delle Master Class e scartabella tra i prossimi appuntamenti, ne troverai uno proprio dedicato alla preparazione del caffè.