Mistery Shopper di San Valentino
12 Febbraio 2019
Elena Giordano – Chi è il mistery shopper? La persona che, pagata dall’azienda retail, va in incognito in uno dei suoi punti di vendita per verificare che tutto venga eseguito alla perfezione.
Esempio.
Prendiamo il caso di una grande catena di fast-food.
Il mistery shopper, debitamente formato, entrerà e:
-calcolerà il tempo dall’ingresso a quando viene salutato per la prima volta
-controllerà il tempo che passa dall’ordine alla consegna
-controllerà la pulizia dei tavoli, la velocità degli operatori, la bontà del cibo, la velocità nel dare il resto, nel salutare e ringraziare
L’idea dell’usare il mistery shopper è davvero intelligente.
E non vale solo per le aziende di grande dimensione.
Ma anche per il vostro bar.
Idea 1.
Potete chiedere a un amico o a un parente, che da un po’ non frequenta il vostro locale, di passare e di osservare con occhio critico una serie di indicatori che voi gli avrete fornito precedentemente. Deve entrare senza pregiudizi, osservare in modo asettico e poi riportarvi le sue impressioni-valutazioni oggettive (per esempio in merito a pulizia, igiene, simpatia, qualità del cibo, odori, colori, atteggiamento dei dipendenti).
Idea 2.
Potete voi stessi diventare mistery shopper e recarvi, proprio in questi giorni, in cui tutto è un esplodere di cuori e cuoricini, nei locali che, anche se lontani da voi, considerate un buon punto di riferimento-osservazione-competizione.
Se nessuno vi conosce potete liberamente effettuare la vostra ordinazione e nel frattempo vedere tutti gli aspetti che vi stanno a cuore, dalla temperatura della tazzina di caffè al disinfettante utilizzato. Queste informazioni saranno una base di partenza davvero preziosa per migliorare il vostro locale e per, il prossimo anno, affrontare in modo nuovo una festa importante come quella degli innamorati.
Osservare, imparare, riportare, adattare: quattro semplici azioni capaci di trasformare il locale come desiderate voi (certo, dopo che avrete risposto alla domanda: “Che ne faccio, di te, bar?”).