Le 3 regole dell’innovazione 2019
23 Gennaio 2019
Elena Giordano – I propositi che tutti fanno a voce stridente i primi giorni dell’anno non hanno senso. Nel senso che… dopo una settimana sono già stati archiviati alla voce “impossibile da portare a termine”.
Funzionano, invece, i propositi ragionati, quelli che non vengono presi “perché bisogna progettare per forza”, ma perché hanno un senso, in una visione allargata del business e della propria azienda.
Chi ha un bar o un ristorante sa bene che è inutile progettare avendo come arco temporale i 20 giorni successivi: bisogna ragionare – con obiettivi chiari e definiti – almeno per stagioni e semestri, in modo da riuscire anche a ritarare in corso d’opera il tutto, qualora vi fossero dei disallineamenti.
Se parliamo di innovazione, il 2019 ci stimola da tre punti di vista. Eccoli di seguito.
Primo: creare e non copiare.
L’originalità viene sempre premiata. Ma deve avere un senso: soprattutto, non può scimmiottare quella altrui. Un competitor si è inventato lo yoga in vigna? La degustazione di cibo abbinata all’operetta? La customer experience basata sull’Intelligenza Artificiale? Ottimo. Noi però non possiamo proporre lo yoga nel frutteto, la degustazione abbinata con la musica classica e così via. Dobbiamo essere creativi, ovvero far funzionare il nostro cervello. Perché solo noi sappiamo cosa sia efficace per spingere il nostro prodotto al nostro cliente. In caso contrario… possiamo anche andare a lavorare direttamente dal competitor.
Secondo: affidarsi alla tecnologia.
Abbiamo passato anni capire se e come usarla, se e come pagarla, sfruttarla, capirla, amarla e odiarla. Ora dobbiamo monetizzare: pagare con la carta i fornitori, usare il tablet per documentarci, il cellulare per aggiornare la pagina Social, i gestionali per organizzare il magazzino e la contabilità. Tutto è possibile, con pochissimo denaro. Allora facciamolo, anche per non essere considerati “primitivi tecnologici”.
Terzo: se vogliamo credere fortemente che sul mercato esistiamo solo noi, dobbiamo arrivare ad annientare la concorrenza. Non in modo violento, s’intende, ma in modo preciso e determinato. Dobbiamo far sì che il nostro cliente dimentichi ogni altro genere di bar o ristorante. Solo noi – con il nostro bagaglio unico e differenziante – esistiamo e GLI serviamo. Se lavoreremo bene su quest’idea del “servizio necessario”, anche se stiamo solo proponendo hamburger e patatine, riusciremo davvero a dominare il mercato.