Dicono di noi: Sweet Street
9 Agosto 2018
A colloquio con Elisabeth Dardavesi, responsabile anche per il mercato italiano dell’azienda Sweet Street. www.sweetstreet.com
Raccontaci un po’ di te e della Sweet Street Company…
Sono un commerciale ad alto livello, responsabile di diversi Paesi nel continente europeo e nel Medio Oriente. Costruisco i “mercati” e li seguo lavorando da casa, perché l’azienda ha base in America e non ha uffici nel mondo. Siamo noi commerciali che rappresentiamo l’azienda. Il nostro boss è una donna che si chiama Sandy Solmon, che è partita facendo l’American Drink 45 anni fa.
Oggi l’azienda Sweet Street quanto è cresciuta?
Attualmente stiamo esportando in 80 Paesi, facciamo le torte tipiche americane con le nostre ricette e i nostri ingredienti e, anche per tutte le torte che non possiamo produrre direttamente, curiamo con molta attenzione il livello di qualità. In azienda, oltre a Sandy, oggi lavora anche suo marito, occupandosi della parte economica e finanziaria, ma è comunque lei quella che decide quale prodotto andrà in produzione: lei è sempre in prima linea. È anche stata premiata da Bill Clinton come donna di successo. Personalmente sono molto felice di lavorare per loro. Quando vado in America, mi ospitano nella loro bella casa e dimostrano sempre un apprezzamento totale per il lavoro che svolgiamo.
Lavori solo per questa azienda?
Sì, perché sono una dipendente, mi occupo dei mercati in Italia, Malta, Russia, Medio Oriente e da un anno anche in Grecia. Ho fatto i primi viaggi in Italia con il mio direttore sette anni fa, ho visitato il vecchio stabilimento di Ristopiù Lombardia e ho conosciuto Giuseppe Arditi. Non dimenticherò mai un particolare curioso di quell’incontro. Il mio direttore chiese al signor Arditi: “Voi cosa volete da noi?” e lui, indicandomi, rispose solo “lei”. Così, sorridendo, il direttore rispose “lei è vostra” ma questo io non lo tradussi perché ero tra il divertito e l’incredulo. Tutto ciò ha segnato l’inizio di una collaborazione divertente perché abbiamo tutti lo stesso humor. Ancora oggi, quando partecipo alle fiere e agli Open Day, il signor Arditi mi presenta così: Ecco la responsabile di Sweet Street. Lei è greca, le torte arrivano da America e Olanda e la fattura è inglese… però le torte sono buone, prendetele e assaggiatele! Una greca che vende le torte americane che arrivano fino in Olanda e fatturano in Inghilterra non l’avevamo mai vista!”.
Come concili tutto questo con la. vita privata?
Ho un figlio di quasi 17 anni e sono separata da 14. La mia casa è ad Atene e da lì parto e faccio tanti viaggi perché questa è la mia scelta, è ciò che amo fare. Spesso, quando noi donne ci incontriamo nei meeting, parliamo delle nostre esperienze personali e delle nostre vite. Essendo io l’unica con un figlio, valuto sempre più spesso l’opportunità, quando possibile, di portarlo con me. Per esempio il prossimo anno in Germania avremo un grande stand in una fiera di settore e penso che portarlo con me sarà per lui un’esperienza che lo farà crescere e diventare più responsabile. Ne ho parlato con il mio capo e abbiamo anche deciso i dargli uno stipendio per renderlo uguale agli altri lavoratori. Lui parla perfettamente il tedesco e questa è davvero una bella opportunità. Sweet Street è una grande famiglia che dona la possibilità di crescita a chi ne fa parte.
(Testo liberamente tratto da “Dicono di noi – Storie e testimonianze delle persone per noi più care: i nostri clienti. Racconti di lavoro insieme, in 20 anni di Ristopiù”, a cura di Paola Santini e Giuseppe Arditi).
(foto tratta www.sweetstreet.com)