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RistopiùNews - Notizie dal mondo della ristorazione a cura di Ristopiù Lombardia SpA

Notizie dal mondo della ristorazione a cura di Ristopiù Lombardia SpA

Il Vino della messa – parte 3


Rodolfo Vettorello prosegue il suo racconto: riuscirà Don Eugenio a scovare il ladro della cantina?  

 

Scese in cantina, munito di candeliere e di matita. Verificò sulla damigiana del vino santo il livello. La damigiana era ancora abbastanza piena, perlomeno tanto che il livello non era sparito sotto la paglia del rivestimento. Provò a fare un segno del livello del vino, ma la matita non poteva scrivere sul vetro scuro. Trovò a terra un chiodo arrugginito e con quello fece un piccolo solco. Sufficiente perché lui potesse vederlo ma invisibile per l’eventuale ladro alcolista che doveva essere tratto in inganno.

Lasciò passare la giornata e l’indomani scese in cantina a controllare. Con sgomento ma anche con la gioia di aver trovato un modo scaltro di indagare, si accorse che il livello del liquido era calato abbondantemente. Non poteva dire quanto, ma almeno un litro e forse più mancava all’appello.

Il giallo si infittiva perché nessuno poteva essere impunemente accusato. Il pensiero tornava al mazarol, ma prima di poterne parlare al vescovo, bisognava approfondire l’indagine.

Ora accadeva che la canonica, la casa del nostro prete, fosse un vecchio stabile addossato alla chiesa. Un edificio del secolo scorso, con cantina, un piano terra con una grande cucina, uno studio, una biblioteca e un piano alto con le camere da letto. Il pavimento della cucina, sovrastante alla cantina, era in legno. Si trattava di uno di quei pavimenti di una volta fatto con spesse tavole di abete appoggiate su travi. Null’altro, non calpestio di piastrelle o di pietra ma solo tavole di legno. Una sera che se ne stava tranquillo a leggere il breviario, Don Eugenio dovette chinarsi per raccogliere un santino che gli serviva come segnalibro. L’occhio osservò con cura il pavimento alla ricerca di una fessura che lasciasse intravedere la cantina. Niente. Ma proprio sotto la sua sedia scorse uno di quei grossi nodi che ci sono spesso nelle tavole di abete. Spinse con un dito e si accorse che il nodo dava segni di cedimento. Gli balenò un’idea che gli parve geniale.

(a domani con l’ultima puntata!)

 

 

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