Un patrimonio chiamato cibo
30 Agosto 2017
Giuseppe Arditi – Il cibo è il catalizzatore degli interessi degli italiani: la prova “provata” si ha proprio sino alla fine di settembre, quando ogni quartiere o paesino, complice la tradizione o meno, si inventa ogni genere di sagra. Tutte le sagre e feste, senza esclusione, hanno successo. Alcune esaltano i cibi del posto, oppure i piatti della tradizione. Altre “volano alto” e si rifanno a nuove tendenze (cucina etnica, Oktoberfest).
Attorno a questo mondo si intrecciano situazioni e persone variegate e purtroppo, nonostante la soddisfazione generale, non tutto fila come dovrebbe. In provincia di Brescia, per esempio, per il secondo anno consecutivo, viene organizzata una particolare festa del pesce per volontà di una certa trattoria. Ebbene, per il secondo anno consecutivo, il materiale inerente la festa viene rovinato da ignoti e gli esercizi commerciali interessati dagli spazi dell’evento mostrano una certa insofferenza. Come se la festa “rubasse” clienti, al posto di accrescere il loro numero.
Non conosco personalmente la vicenda e non voglio entrare nel merito, ma alcune considerazioni sono obbligatorie e valgono proprio per tutti noi che siamo operatori di bar, ristoranti e locali in generale.
- La festa porta persone. Le persone sono clienti. Che, oltre a divertirsi sotto il tendone, magari girano per il paese. Dunque questo afflusso importante di persone è un’occasione anche per gli imprenditori di bar e ristoranti per fare bella mostra di sé e aumentare un po’ il fatturato
- Per organizzare eventi del genere c’è bisogno dell’impegno di tutti, anche economico. Volete accrescere la conoscenza del vostro brand? Investite in pubblicità e fate “vedere” la vostra attività nell’economia della festa
- Trovate il modo di essere presenti con un piccolo stand, una degustazione inerente il tema della festa. Durante i giorni interessati dall’evento, modificate il vostro menù: siate voi stessi generatori di interesse!
Ogni volta che una grande manifestazione si tiene vicino a “casa nostra”, noi abbiamo due possibilità: chiudere il locale e andare in ferie, facendo finta di niente, oppure diventare protagonisti e usare la manifestazione come traino intelligente.
La domanda è: perché molti imprenditori scelgono la prima strada e non la seconda?
Questi e altri temi legati al servizio, alla formazione, alla gestione dei locali sono trattati nel mio blog GiuseppeArditi.com. Ti invito a visitarlo e a lasciare, se vuoi, il tuo commento. Ti aspetto!