Senza glutine, mercato da presidiare
14 Luglio 2017
Qual è quel mercato che, in Italia, cresce anno su anno del 30%. Quello del senza glutine. Incredibile, vero? Mediamente i mercati classici crescono di qualche “zero virgola”, alcuni sono anche in sofferenza. Il senza glutine invece va: è il motivo non è l’aumento dei nuovi celiaci diagnosticati… ma di una vera e propria moda. Non solo italiana, bensì mondiale. In Europa, per esempio, lo scorso anno il 12% dei nuovi prodotti registrati ha riportato la dicitura Senza Glutine.
Queste informazioni sono per noi preziosissime. E vanno subito trasformate in prodotti. Il problema dei celiaci, infatti, e di coloro che non assumono più glutine, è quello di trovare referenze gluten free quando si trovano fuori casa, al bar o al ristorante, sia per la colazione, che per il pranzo, che per uno spuntino.
Ristopiù Lombardia viene incontro alle necessità degli imprenditori di bar e ristoranti con un’offerta ad hoc, perfetta sia per chi desidera alimentarsi gluten free, sia per chi ha scelto un regime vegano, vegetariano o comunque improntato al benessere. Qualche consiglio:
L’offerta di prodotti senza glutine deve essere il più ampia possibile.
- I prodotti devono essere altamente sicuri, ossia preparati in modo che siano impossibili contaminazioni con altre farine.
- Devono essere buoni nel gusto e nella consistenza (avere quindi alle spalle un serio lavoro di ricerca e sviluppo da parte dell’azienda produttrice); valorizzati nella presentazione, in modo da risultare ben visibili.
L’offerta Ristopiù Lombardia comprende: muffin, cornetti, fagottini, sfoglie. E poi ancora panini (bianco, multicereali), piadine, pizza, focacce.
“Questo target – spiega il Presidente Giuseppe Arditi – ha mediamente una buona capacità di spesa. È in vera difficoltà nel fuori casa, perché a fatica riesce a trovare un prodotto che fa al caso suo. Proporre brioche, panini e pizze gluten free significa rispondere a un bisogno, ma anche fornire un vero servizio alla comunità. Non dobbiamo poi dimenticare che il celiaco, per esempio, non mangia da solo, ma spesso porta con sé amici e familiari: catturare la sua soddisfazione significa migliorare la reputazione del locale e fidelizzare la clientela. Essenziale è però che i prodotti siano di estrema qualità, per evitare di vendere pizze secche o muffin che hanno la consistenza della segatura…”.