L’evoluzione delle abitudini alimentari e la ricerca del nuovo
3 Aprile 2017
Marco Picotti, restaurant coach03 – Negli anni Settanta, il ristorante è il luogo dove trascorrere una piacevole serata in compagnia, privilegiando il rapporto affettivo che lega i commensali; il cibo passa in secondo piano, è un mezzo, più che uno scopo. È il periodo in cui ci si affeziona a un locale con il quale si crea una relazione speciale di fiducia e complicità, che porta a una frequentazione assidua.
Nascono poi le catene di fast-food, che offrono un tipo di ristorazione fino ad allora conosciuto da pochi: velocità e prezzo al primo posto. L’offerta si amplia ulteriormente con l’introduzione, nel panorama italiano, della cucina cinese, giapponese, thailandese, messicana, eccetera.
In questa situazione variegata, la trattoria tipica vacilla, il cliente affezionato viene incuriosito da queste novità e trascorre le serate degustando ora una cucina ora l’altra. Tutto ciò, in un certo qual senso, arricchisce la sua cultura enogastronomica, ampliandone le conoscenze. Gli avventori provano sapori nuovi, assaggiano pietanze composte da materie prime fino ad allora sconosciute e si incuriosiscono fino a desiderare di provare la cucina direttamente nel luogo di origine.
I viaggi diventano l’occasione per testare la cultura gastronomica del Paese ospite: la persona non cerca più spasmodicamente il ristorante italiano, bensì i punti di ristoro tipici.
Si crea così un cliente più competente e critico, maggiormente consapevole e capace di valutare; questo diventa però motivo di difficoltà per qualche ristoratore, che si cimenta in creazioni etniche con poca conoscenza e tanta fantasia.
In questo panorama il ristoratore italiano cosa dovrebbe fare?
Posto che ognuno ha le proprie convinzioni, che lavorare in città è diverso che operare in un paese (e potremmo aggiungere molte altre variabili) è mia opinione che occorre scegliere con consapevolezza e convinzione una strada, qualunque essa sia. Fatto ciò, occorre studiare, informarsi, aggiornarsi, seguire le tendenze senza perdere la propria identità ma, soprattutto, lavorare con la passione e la dedizione che il cliente “leggerà” nei nostri piatti.